Una vacanza per tre

 

Dafne ed io, ormai da tempo, eravamo tornate alle nostre città d’origine. Ma il nostro legame era troppo speciale per lasciarlo spegnersi senza curarlo. Così, finalmente, decidemmo di partire per una bella vacanza e ritrovare un’altra compagna d’avventure: Petra.

Parto in treno, direzione Milano, dove ad attendermi c’è Dafne con il suo inseparabile amico a quattro zampe, insieme sono una forza della natura. Trascorriamo una bella serata in famiglia: due chiacchiere, qualche bel racconto di ricordi comuni ed il tempo scivola via veloce. La mattina seguente siamo determinate a fare le cose senza fretta, usciamo presto, riusciamo addirittura a far colazione al bar. Arrivate alla stazione iniziamo a parlare, una parola tira l’altra, il nostro treno arriva, saliamo, ci sistemiamo e……

 

 

“oddio, non abbiamo obliterato i biglietti!!!!” Il tempo però stringe. Dafne mi prende i biglietti dalle mani e inizia a correre,  scende dal treno e…. all’improvviso le porte si chiudono ed io inizio ad urlare: ” fermate il treno!!! La mia amica deve salire!!! Dafne corre, corre a più non posso sulla banchina, io dentro il treno… Arrivo da una poliziotta, gesticolando e parlando come una pazza, ma non c’è modo…. devo scendere alla prossima fermata. NO. Dafne ha corso talmente veloce, che il macchinista l’ha vista e si è fermato! Grande amica mia!!! Così inizia il nostro viaggio verso la Slovenia.

 

In qualche ora arriviamo e siamo felicissime di riabbracciare Petra, che subito ci informa di averci organizzato una bella vacanza, all’insegna del divertimento e del relax.

Questa è solo una delle mille peripezie che Dafne ed io abbiamo vissuto e superato insieme.

A presto amici, alla prossima!

P.S. amici, come al solito vi lascio con un piccolo regalo

https://www.youtube.com/watch?v=7dgrMSTalZ0

 

Lui

 

Stavo con Dario da sette anni. Dopo l’inizio della convivenza tutto era andato scemando. E quando dico tutto, intendo dire proprio tutto. Addirittura il mio conto in banca iniziava a risentirne, infatti io a lui davo anche i soldi per la benzina per andare a lavorare. Dario aveva insistito tanto per spostarci dalla casa in affitto a casa dei miei. Ecco, non proprio lo stesso appartamento, ma il piano ero lo stesso; in quel modo noi non dovevamo pagare una rata fissa… e con noi intendo io… Dario e pagare nella stessa frase non hanno la possibilità di esistere.  Avrei dovuto saperlo. Il nostro primo appuntamento fu a cena in una birreria e con mia gran sorpresa ognuno pagò per se’, ma pensai che forse non voleva passare per quello che faceva il cascamorto e pagava il conto per provarci. Ma al secondo incontro qualcosa avrebbe dovuto allarmarmi: ordinammo una bottiglia di vino ed alla fine, dividemmo l’importo a metà. Nemmeno allora volli dare peso alla moneta, pensai che lui fosse abituato così e lasciai correre. Quando però uscivamo a cena con amici,  oppure parenti (miei) , lasciava tranquillamente che fossero sempre gli altri ad avvicinare per primi la cassa. Ecco, qui iniziarono le prime divergenze: va bene essere risparmiatori, ma braccine corte proprio no! e con la tua donna poi!

Superate certe incomprensioni, in realtà ci divertivamo molto : concerti, cene da amici, locali, festival, gite fuori porta…Lui era sempre di buon umore, mi faceva ridere, era sempre d’accordo con me. Noi non litigavamo mai. Per me, che ero abituata all’insatabilità perenne, era un antidoto fondamentale nella mia vita incasinata.

Qualcosa non andava comunque. Lui era sempre il centro del suo mondo. Per dirvi, non venne nemmeno alla mia laurea per non prendere un giorno di permesso al lavoro e alla sera neanche mi portò a festeggiare: venne a casa mia e si addormentò.

Facendola breve, dopo anni di incertezze e convivenza da buoni coinquilini, decisi che era arrivato il momento di troncare questa situazione. Sapete dove andò Dario? Andò a vivere a sbafo da alcuni miei colleghi, perchè lui con il suo stipendio, peraltro nella media nazionale, non poteva mantenersi.

Dopo 1 mese dalla nostra separazione, Dario venne da me per prendersi le sue ultime cose e mi portò a vedere la sua macchina nuova dicendomi che i soldi li aveva avuti in prestito da suo padre. Mesi dopo venni a sapere che non era come mi aveva detto lui: Dario la macchina l’aveva comprata in contanti, i suoi, o meglio i miei!

In reatà sono contenta di aver scoperto la verità, ma ricordatevi che non esiste peggior cieco di chi non vuol vedere.

 

immagine tratta da www.visionealchemica.com

 

Se vi va di leggere qualche riga in più ho trovato questo breve racconto: http://www.visionealchemica.com/la-storia-dellamore-cieco/

ciao ragazzi, a presto! a breve voglio parlarvi dell’amore vero della mia vita e di argomenti più frivoli… serie tv…

Ricordi

 

Fin da sempre ho cercato di piacere a tutti: evitavo di prolungare silenzi imbarazzanti, sempre la battuta pronta al momento giusto, la recitata stupidità per far sentire intelligente il tuo interlocutore e , ovviamente, il silenzio al momento giusto per non dar fastidio. Un ottimo miglior amico dell’ uomo non credete?
Ma non pensate sia la solita storia di una povera sfigata senza palle. Leggete oltre potreste perfino divertirvi.

Sono nata in una famiglia ordinaria, tradizionale: mamma, papà e una sorella maggiore come tante altre, che mi obbligava a vedere i film horror con lei perché aveva paura…lei aveva paura…. Io invece ero “signorina cuor di leone”. Con noi c’era anche lei, il generale, la signora mamma della mia mamma. La legge insomma.
Una bambina dolce, cara e rompiscatole. La più piccina di 7 cugini, 3 maschi e 4 femmine. All’età di 6 anni ero già finita 2 volte all’ospedale… la prima volta, perchè essendo la più piccola, alla recita di Natale, avevano pensato bene di osare una coreografia e lanciarmi tipo Dirty dancing. Purtoppo però chi doveva non mi ha presa ed io finì al pronto soccorso. La seconda volta, assecondando i giochi dei maschi più grandi, fui incaricata di scavare delle buche nelle montagnole di terra di fronte a casa per i nascondigli di guardia e ladri… sì, peccato che mi finì tutta la terra addosso e rimasi sepolta là sotto: altra corsa all’ospedale…

La più vicina a me in fatto di età aveva 5 anni di più e quando ero una 10enne che voleva sembrare una donna fatta e finita, la suddetta cugina, di domenica pomeriggio, faceva finta di portarmi all’ oratorio e poi invece mi catapultava nella discoteca del paese con 5 mila lire e occhi troppo curiosi per guardare il film proposto. Lei, la cugina amorevole e affidabile che tutti vorrebbero avere, di nome fa Clara, mi è sempre stata vicina, tanto vicina, così appiccicata che quando avevo 16 anni e l’autostima sotto la suola degli anfibi,  l’ ho trovata a letto con il primo amore della mia vita… quello che avevo incontrato quando di anni ne avevo solo 13… tranquilli il mio fiorellino non è stato profanato a quella tenera età! Lui non era mica un pervertito, era solo uno stronzo come tanti altri che ragiona con la testa che ha in mezzo alle gambe.
Una cosa importante ancora non ve l’ho detta, scusate! La solita disattenta, maleducata… Stella, mi chiamo Stella, sono felice di fare la vostra conoscenza. Vediamo se lo sarete anche voi nel leggere qualche racconto uscito dalla mia tastiera. In realtà spero solo di regalarvi qualche attimo di svago, riflessione e tanta tanta leggerezza.
Che dite vi intriga? Le basi per trascorrere un po’ di tempo insieme credo ci siano…. Magari voi siete più bravi di me a sbrogliare la matassa.