Stavo con Dario da sette anni. Dopo l’inizio della convivenza tutto era andato scemando. E quando dico tutto, intendo dire proprio tutto. Addirittura il mio conto in banca iniziava a risentirne, infatti io a lui davo anche i soldi per la benzina per andare a lavorare. Dario aveva insistito tanto per spostarci dalla casa in affitto a casa dei miei. Ecco, non proprio lo stesso appartamento, ma il piano ero lo stesso; in quel modo noi non dovevamo pagare una rata fissa… e con noi intendo io… Dario e pagare nella stessa frase non hanno la possibilità di esistere. Avrei dovuto saperlo. Il nostro primo appuntamento fu a cena in una birreria e con mia gran sorpresa ognuno pagò per se’, ma pensai che forse non voleva passare per quello che faceva il cascamorto e pagava il conto per provarci. Ma al secondo incontro qualcosa avrebbe dovuto allarmarmi: ordinammo una bottiglia di vino ed alla fine, dividemmo l’importo a metà. Nemmeno allora volli dare peso alla moneta, pensai che lui fosse abituato così e lasciai correre. Quando però uscivamo a cena con amici, oppure parenti (miei) , lasciava tranquillamente che fossero sempre gli altri ad avvicinare per primi la cassa. Ecco, qui iniziarono le prime divergenze: va bene essere risparmiatori, ma braccine corte proprio no! e con la tua donna poi!
Superate certe incomprensioni, in realtà ci divertivamo molto : concerti, cene da amici, locali, festival, gite fuori porta…Lui era sempre di buon umore, mi faceva ridere, era sempre d’accordo con me. Noi non litigavamo mai. Per me, che ero abituata all’insatabilità perenne, era un antidoto fondamentale nella mia vita incasinata.
Qualcosa non andava comunque. Lui era sempre il centro del suo mondo. Per dirvi, non venne nemmeno alla mia laurea per non prendere un giorno di permesso al lavoro e alla sera neanche mi portò a festeggiare: venne a casa mia e si addormentò.
Facendola breve, dopo anni di incertezze e convivenza da buoni coinquilini, decisi che era arrivato il momento di troncare questa situazione. Sapete dove andò Dario? Andò a vivere a sbafo da alcuni miei colleghi, perchè lui con il suo stipendio, peraltro nella media nazionale, non poteva mantenersi.
Dopo 1 mese dalla nostra separazione, Dario venne da me per prendersi le sue ultime cose e mi portò a vedere la sua macchina nuova dicendomi che i soldi li aveva avuti in prestito da suo padre. Mesi dopo venni a sapere che non era come mi aveva detto lui: Dario la macchina l’aveva comprata in contanti, i suoi, o meglio i miei!
In reatà sono contenta di aver scoperto la verità, ma ricordatevi che non esiste peggior cieco di chi non vuol vedere.
Se vi va di leggere qualche riga in più ho trovato questo breve racconto: http://www.visionealchemica.com/la-storia-dellamore-cieco/
ciao ragazzi, a presto! a breve voglio parlarvi dell’amore vero della mia vita e di argomenti più frivoli… serie tv…